
in una sua famosa frase Albert Einstein asseriva che “la realtà è un illusione, sebbene persistente”. Diamo per scontato che esista una realtà fuori da noi nella quale vivere ed agire. Sorprendentemente già le filosofie antiche e oggi la fisica quantistica asseriscono che la realtà ultima è VUOTA, mentre quella della quale crediamo di parlare, è solo il prodotto della nostra percezione.
Quindi ognuno di noi ha una personale percezione del mondo e i criteri di interpretazione di essa sono racchiusi nella nostra testa, nel modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo.
Allora non esiste una realtà ma molteplici modelli di essa e la percezione fa la differenza tra uno e l’altro. Esisteranno quindi modelli più ampi ed altri più ridotti a seconda della capacità di ognuno di ampliare o ridurre la prospettiva, attraverso la quale vediamo e interpretiamo il mondo. Questa proprietà è dentro di noi e noi siamo la gabbia e contemporaneamente la chiave per uscire dai nostri limiti.
C’è un principio in cibernetica chiamato LEGGE DELLA VARIETA’ NECESSARIA, secondo la quale se si prende un qualunque sistema connesso, sia in elettronica che con le persone, l’elemento con la più ampia gamma di variabilità nel suo comportamento avrà sempre il controllo del sistema.
Tipicamente, la persona di maggior successo in ogni campo è flessibile abbastanza per variare le diverse strategie e non prigioniera di una VITA MECCANICA e ipnotizzata in preda ai propri automatismi. Saper generare alternative ed essere flessibile in base ai contesti è espressione di superiorità. La varietà necessaria si sviluppa attraverso la consapevolezza dei nostri schemi mentali e comportamentali e la capacità di essere flessibili a cambiare, se la circostanza lo richiede, diventa lo strumento per vedere oltre, per espandersi e non rimanere legati ai nostri vincoli e abitudini mentali, causa prima di quello che chiamo labirinto interiore.
“Il labirinto in fin dei conti, è l’unica realtà che offre una via di uscita.”
Carlo Ferrario
Il LABIRINTO infatti da sempre rappresenta lo smarrimento, la difficoltà nel trovare la via di uscita, ma anche il ritrovamento di se stessi quando si supera la prova e si riesce finalmente ad uscire.
La realtà intorno a noi non è altro che la realtà costruita attraverso i nostri pensieri, emozioni e comportamenti. Il labirinto nel quale ci ritroviamo è quindi il prodotto della nostra mente. Tutti i giorni noi solleviamo mura, chiudiamo porte, attiviamo trabocchetti e non ci rendiamo conto che il problema più grosso che abbiamo da affrontare è proprio noi stessi, l’immagine che proiettiamo e la realtà che manifestiamo.
“Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che essi hanno delle cose.“
Epitteto
In fondo decidiamo consapevolmente, ma molto più spesso inconsapevolmente di guardare alcune cose e non notarne altre. Le nostre abitudini, i nostri condizionamenti ci portano da una parte e non ci fanno vedere altro.
E adesso ti chiedo di guardare l’immagine qui accanto: COSA HAI DECISO DI VEDERE?
La donna giovane o quella vecchia?
Nella maggior parte dei casi sarai portato a notare immediatamente solo una delle due e non entrambe. Solo dopo, se aiutato, riuscirai ad allargare la percezione ed includere anche l’altra immagine.
Così, come esternamente esiste una molteplicità di particolari che fanno tutti parte di una realtà che solo limitatamente notiamo, altrettanto si può dire di noi; è proprio la mancanza o la scarsità di varietà necessaria a trasformarci gradualmente in un sistema rigido, fisso, profondamente radicato in un’ abitudinaria idea di sé e del mondo. SEI LE SCELTE CHE FAI.
“Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.”
Galileo Galilei
Conduciamo la maggior parte della vita mettendoci al centro, così come i nostri bisogni e desideri. Nulla di sbagliato, in fondo siamo responsabili della nostra personale esistenza e cerchiamo di condurla al meglio, salvaguardando la nostra persona e tutto quello che la circonda. Ma sappiamo davvero qual è il posto che stiamo occupando nella vita, chi siamo e lo scopo ultimo?
Nei quadri taoisti ogni cosa è riportata nelle giuste proporzioni e nel corretto EQUILIBRIO. E’ facile notare che l’uomo può essere davvero piccolo in rapporto ad una montagna, perché così è nell’ordine del tutto. Malgrado il nostro ego e l’illusoria idea di noi stessi, che ci porterebbe a dare risalto e dimensione alla nostra immagine, magari ponendola in primo piano rispetto al paesaggio, i quadri taoisti ci riportano all’ordine e all’equilibrio naturale, in cui tutto ha importanza, senza inutile protagonismo. Il punto è proprio il valore che attribuiamo a noi stessi e a tutto ciò che ci circonda.
La vita è un CONTO ALLA ROVESCIA e ogni istante non può più ritornare, se non in modo diverso. In fondo questa verità si ripropone a noi tutti i giorni, ma solo raramente, in alcuni particolari momenti, siamo davvero consapevoli dell’importanza di ogni istante e della fugacità del tempo. Nella maggior parte della giornata ci comportiamo come se vivessimo da immortali, come se domani fosse dato per scontato. Ma è davvero così? Effettivamente è proprio vero il contrario. Noi dell’istante successivo non abbiamo certezza e controllo, ma possiamo essere totalmente responsabili dei nostri pensieri, parole e azioni nell’istante in cui li generiamo. Siamo quindi davvero in grado di dare senso e scopo alla nostra vita, valore e importanza a come pensiamo, a come parliamo e a come agiamo verso noi stessi e verso gli altri? E quanto importante sarebbe avere questa consapevolezza e capacità?
“Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te,finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore.”
Haruki Murakami
La PSICOESCAPOLOGIA parte dal presupposto che i problemi percepiti come esterni a noi, sono solo una proiezione della nostra GABBIA INTERIORE e del LABIRINTO PERSONALE nel quale viviamo. Le difficoltà che incontriamo nella realtà esteriore, sono semplicemente espressione dei limiti che esistono e si attivano attraverso i nostri schemi interiori. La vera trappola quindi siamo noi stessi e la personale percezione delle cose. Se classicamente l’ ESCAPOLOGIA è la capacità di un mago esperto di sapersi liberare da differenti costrizioni fisiche e ambientali, la PSICOESCAPOLGIA insegna a districarsi dalle proprie prigioni mentali e comportamentali, scardinare schemi limitanti, vincoli e condizionamenti e uscire dalla nostra limitata percezione della realtà, per costruirne una più ampia e soddisfacente. La PSICOESCAPOLOGIA insegna quindi a fare propria la legge di varietà necessaria, a sviluppare CONSAPEVOLEZZA, CREATIVITA’ e ad esercitare FLESSIBILITA’ e AZIONE.

Questi QUATTRO PILASTRI sono infatti alla base di ogni PROCESSO PSICOESCAPOLOGICO:
La CONSAPEVOLEZZA dei propri schemi mentali e comportamentali funzionali e disfunzionali, permette di prendere sufficiente distanza da meccanismi identificatori e reattivi. Sapersi autosservare, diventa lo strumento attraverso il quale prendiamo consapevolezza della differenza tra il nostro pieno potenziale e i meccanismi mentali e comportamentali automatici e abitudinari, che ne inibiscono l’espressività.
Coltivare la CREATIVITA’, significa attingere al potere trasformativo della mente, che consente di andare oltre i limiti e aprire nuove prospettive, nuovi spazi interpretativi della realtà e di conseguenza nuove opportunità.
La FLESSIBILITA’ invece è la capacità di sperimentare modi alternativi, senza dover difendere schemi precedenti e precostituiti, che magari sono serviti in passato ma adesso obsoleti. Plasmarsi rispetto al presente e ai dati disponibili, individuando l’approccio più utile e funzionale alla migliore riuscita.
L’ AZIONE rappresenta la manifestazione, la forma pratica, il risultato ultimo del nostro atteggiamento nei confronti della realtà.
Ognuno di questi QUATTRO PILASTRI trova applicazione nella vita di tutti i giorni, tramite specifiche tecniche e approcci inclusi nelle sessioni di PSICOESCAPOLOGIA.
CONSAPEVOLEZZA, CREATIVITA’, FLESSIBILITA’ e AZIONE sono qualità estremamente importanti per la plasticità del cervello, aiutandolo a rimanere attivo, creativo e propositivo, presupposti questi che spesso vengono indeboliti dalla metodicità e abitudinarietà della vita quotidiana. Inoltre i nostri processi mentali, per natura, tendono facilmente ad omologarsi e a schlerotizzarsi, se non costantemente stimolati.
Queste abilità messe in pratica nella propria realtà permettono dunque l’applicazione della VARIETA’ NECESSARIA e la creazione di molteplici alternative e vie di uscita dal LABIRINTO INTERIORE.
“La prima cosa che faccio è crearmi il mio labirinto; poi mi ficco dentro e trovo la mia via di uscita”.
Charlie Chaplin
La mente umana, come ho detto precedentemente, tende infatti a semplificare la realtà attraverso sistemi di sintesi che codificano percettivamente il mondo esterno, riducendolo ad una rappresentazione soggettiva interna memorizzata con le caratteristiche di stabilità e semplificazione. Questo naturale processo neurologico risponde a un bisogno di economia mentale, rendendo disponibile la codifica della realtà senza doverla ogni volta riscoprire o ridecifrare. La mente dunque forma una mappa interiore della realtà con tutti i vincoli, limiti percettivi soggettivi e condizionamenti, famigliari, sociali e culturali presenti in ognuno di noi.
Siamo quindi nella nostra PERSONALE GABBIA MENTALE!
Tutto ciò che scopriamo, conosciamo e interpretiamo passa inevitabilmente attraverso i nostri filtri mentali e la realtà in cui viviamo avrà sempre le caratteristiche di ciò che conosciamo già e al quale abbiamo attribuito un codice.

Malgrado la tentazione sia quella di pensare che le soluzioni e le chiavi di lettura della realtà siano esterne a noi, finché rimaniamo nella gabbia, non potremmo raggiungerle e aprire la porta. La gabbia stessa ce lo impedirebbe.
Quindi cosa fare?
La PSICOESCAPOLOGIA ci insegna che per uscire da una gabbia la CHIAVE ce la dobbiamo già avere dentro, magari nascosta, ma disponibile appena si decide di compiere il prestigio e uscire dalla scatola che ci limita.
La PSCIPOESCAPOLOGIA è quindi l’arte di uscire da noi stessi, attraverso l’utilizzo di tutte quelle chiavi che ci permettono di accedere a uno SPAZIO DI CONOSCENZA E LIBERTA’ SUPERIORE a quello che la nostra mappa mentale attuale ci sta fornendo.
Conoscere la gabbia interiore, ci permette di familiarizzare con la nostra condizione di partenza.
I limiti, gli autosabotaggi, i rigidi schemi mentali portati a consapevolezza, diventano gli strumenti attraverso i quali pianificare la fuga dal nostro vecchio modello di noi stessi.
La PSICOESCAPOLOGIA è un percorso di LIBERTA’ che passa attraverso l’umiltà, il coraggio, la scoperta e la determinazione e il risultato finale è l’emancipazione dalla nostra rigida idea di noi stessi e il RITROVAMENTO DEL CENTRO, sede di tutto il POTENZIALE esprimibile, dal quale qualsiasi strada scelta, diventa percorribile. La libertà di essere ciò che desideriamo, dopo aver riconosciuto e accettato quello che siamo stati.
“Gli archetipi sono i modelli più profondi del funzionamento psichico, come le radici dell’anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo.”
James Hillman
La PSICOESCAPOLOGIA è un percorso che si sviluppa attraverso precisi e sequenziali passi evolutivi, rappresentati metaforicamente da sei figure archetipiche principali o energie trasformative presenti dentro di noi, che vengono attivate, stimolate e potenziate durante il percorso per facilitare il cambiamento e l’evoluzione dell’individuo.
La prima di queste figure è il MONACO, colui che sviluppando la propria consapevolezza, comprende chiaramente il proprio punto di partenza esistenziale e con accettazione e umiltà, affronta il suo personale viaggio.
La seconda figura, il GUERRIERO, mette forza, coraggio e disciplina per procedere nella sua ricerca di significato, confrontandosi con la sua ombra, il suo avversario interiore.
Passa così il testimone alla figura del MAGO, l’archetipo della facoltà intuitiva e creativa dell’uomo, che agisce nel campo delle infinite possibilità, risvegliando e attivando le risorse personali più idonee per trasformare il potenziale in opportunità concreta.
Segue poi il RE, l’archetipo della discriminazione, della decisione e della determinazione, che traduce la potenza creatrice in scelta e azione.
La figura archetipica successiva è quella del SAGGIO, che riunisce tutte le figure precedenti, come risultato di un percorso di crescita personale volto a riscoprire e a ricongiungersi con la natura più profonda e autentica di se stessi.
Con la figura del GIULLARE, il percorso si conclude, nella sintesi di un personaggio che porta la saggezza nel gioco della vita, trovando nell’azione l’unica verità certa: tutto è cambiamento e il GIULLARE, nella sua variegatezza, porta l’indeterminatezza del Caos come principio creativo.
La PSICOESCAPOLOGIA si avvale di uno ampio e svariato numero di metodologie, approcci e tecniche mentali, emotive e comportamentali finalizzate al cambiamento e al miglioramento, tramite lo sviluppo dei QUATTRO PILASTRI PSICOESCAPOLOGICI, la CONSAPEVOLEZZA, la CREATIVITA’, la FLESSIBILITA’ e l’AZIONE, nel completo rispetto della persona.
Se sei interessato ad avere maggiori informazioni sulla PSICOESCAPOLOGIA, puoi contattarmi tramite il FORM.